Il progetto culturale del Professor Verde prendeva forma anche con l'istituzione del Corso di Laurea in Scienze dell'Informazione che vide il suo primo anno accademico nel 1970-1971.
A dirigere il nuovo corso di laurea fu chiamato il Professor Corrado Böhm nominato nel 1968 professore ordinario, primo in Italia in tale area.
Corrado Böhm proveniva dall’Università di Modena. In precedenza egli aveva svolto la sua attività di ricerca presso l'Istituto Nazionale per le Applicazioni del Calcolo di Roma ed il suo interesse per l’informatica risaliva al 1947, quando aveva collaborato alla valutazione delle prestazioni della macchina Z4 di Konrad Zuse.
Per l'istituzione del Corso di Laurea in Scienze dell'Informazione furono bandite tre borse di studio, assegnate a Mariangiola Dezani, Simona Ronchi Della Rocca e Maddalena Zacchi, che coadiuvarono Corrado Böhm nella didattica (esercitazioni e scrittura delle dispense), nella ricerca e nell'organizzazione e amministrazione, dal momento che il Corso di Laurea non disponeva di personale amministrativo.
L’Istituto di Scienze dell'Informazione aveva sede in una stanza di Palazzo Campana, messa a disposizione dal Professor Davide De Maria. Le lezioni venivano tenute in parte a Palazzo Campana, sede del Corso di Laurea in Matematica, e in parte nelle aule degli Istituti Chimici.
In quegli anni, Palazzo Campana era stato protagonista dell'occupazione dell'Università da parte del movimento studentesco nel 1968.
La macchina utilizzata a Palazzo Campana era un piccolo IBM 1130.
Come punto d’appoggio nella zona di Corso Massimo D’Azeglio, il Professor Carlo Franzinetti offrì una stanza in uno scantinato, locale noto col nome di "gatto morto".
I corsi di insegnamento erano affidati ad incaricati provenienti dai Corsi di Laurea in Matematica e Fisica, dal Politecnico di Torino e dall'industria, con esperienze maturate nella traduzione di linguaggi diretta dalla sintassi, nella realizzazione di compilatori e traduttori, nella ricerca operativa e nelle telecomunicazioni.
Dopo la partenza di Böhm per Roma, quattro anni dopo il suo arrivo, si pose il problema della sua successione.
L'istituto non aveva tra i suoi afferenti nessun cattedratico (Böhm era l'unico) e si era ventilata, da parte della Facoltà di Scienze, l'ipotesi di un tutoraggio dell'istituto da parte di un triumvirato di matematici, fisici e ingegneri. Gli informatici si ribellarono a questa ipotesi votando come direttore il Professor Vito Mauro, all'epoca docente incaricato, riuscendo a far accettare questa scelta anche alla Facoltà. Così, l'Istituto di Scienze dell'Informazione fu l'unico istituto in Italia non guidato, nella sua fase iniziale, da un cattedratico.